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Dazi o non dazi questo è il dilemma ...

  • asalvadorini
  • 23 feb
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 2 mar

*Trump maniac e lo spauracchio di una recessione economica globale*


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La nuova politica economica trumpiana quali ricadute avrà nel nostro Paese e in particolar modo sull'economica reale ?

Domanda da un milione di dollari si direbbe ma proviamo comunque a fare un ragionamento sulla base di quello che è successo all'indomani dell'invasione russa in Ucraina.

Subito dopo l'inizio del conflitto ci fu un blocco delle esportazioni da questo paese e parallelamente l'inizio delle sanzioni alla Russia che comportò un balzo impressionante del costo di materie prime tra le quali petrolio e acciaio oltre ai generi alimentari quali mais e derivati.

L'impatto si è avuto anche nel comparto ceramico in quanto la regione del Donbass è uno dei principali fornitori di argilla e caolino che sono due elementi essenziali per la produzione di gres porcellanato e affini ; produzione che grazie alle capacità della nostre filiere non è mai andata in crisi in questi anni di guerra trovando risorse in altre zone della terra.

Così è stato anche per l'acciaio e altri materiali di importazione ma questa nostra capacità di adattamento non deve essere considerata una panacea per ogni male ma piuttosto ci deve far riflettere su come la nostra politica industriale , sia ad oggi troppo fragile e troppo dipendente da fattori esterni.


Cosa potrà accadere con l'imposizione dei nuovi dazi Usa ?


Sicuramente l'Europa imporrà i propri nei confronti degli Usa come misura di ritorsione ma sarà un'arma a doppio taglio non avendo , ripeto , una struttura tale da permettere una produzione interna capace di reggere la domanda di mercat.

Questo potrà accadere quando la filiera economica di tutti i paesi europei comincerà a comprendere l'importanza di un import/export europeo con l'applicazione ad esempio di una aliquota iva "speciale " al 10/15% massimo come media ordinaria in grado di garantire una circolazione delle merci garantista e assolutamente competitiva con il resto del mondo.

Solo in questo modo al pari di uno stesso prodotto importato dalla Cina o India ad esempio ad un prezzo più basso ma con tempi di trasporto più lunghi , si potrà preferire il prodotto europeo ad un prezzo più alto ma sempre competitivo con garanzie di standard qualitativi più elevati e reperibilità immediata.

E' un discorso complesso ma certamente lo scenario internazionale sta cambiando con una rapidità tale che , pensare di restare in modalità " sitting on the dock of the bay " citando Otis Redding non porterà alcun beneficio anzi , ci renderà ancora di più schiavi di politiche estere assolutamente imprevidibili e autarchiche.

 
 
 

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